Il detto “prevenire è meglio che curare” che i nostri nonni hanno utilizzato per secoli e che tuttora è in voga non è solo veritiero, ma estremamente attendibile quando si parla di sanità. L’obesità è una condizione epidemica caratterizzata da un incremento del tessuto adiposo che determina una compromissione dello stato di salute e ad oggi rappresenta una grave emergenza sanitaria. Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) insieme alla condizione di sovrappeso è responsabile di circa l’80% dei casi di diabete di tipo II, del 35% delle cardiopatie e del 55% di ipertensione negli adulti, oltre che un fattore di rischio per alcune forme tumorali. In Italia si osservano percentuali di sovrappeso pari al 32% e di obesità del 10%. Un metodo molto diffuso (seppur da considerare come screening iniziale) nella diagnosi è il BMI: il rapporto tra peso e statura elevata al quadrato (kg/m²) secondo cui la condizione di sovrappeso viene indicata per valori pari o superiori a 25 kg/m² e inferiori a 30 kg/m² , mentre per l’obesità pari o superiori a 30 kg/m². E’ necessario avvalersi anche di altri indici antropometrici tra cui la Circonferenza Vita (CV) la quale ci permette di stimare in maniera semplice e abbastanza affidabile il grasso viscerale. Quest’ultimo è un vero e proprio organo produttore di sostanze infiammatorie che concorrono allo sviluppo di patologie cardiovascolari, ma anche di diabete e dislipidemie, infatti è ormai noto in letteratura che ha più rilevanza la localizzazione della massa grassa rispetto alla sua quantità totale ribadendo l’importanza della prevenzione di accumulo di adipe soprattutto a livello addominale. Da ciò si può intuire che la credenza ancora molto comune che il peso abbia un ruolo rilevante nella definizione di un buono stato di salute e di benessere va abbandonata. È molto frequente che vi siano atleti con BMI superiore a 25 e quindi per definizione in sovrappeso ma con una massa muscolare estremamente sviluppata e viceversa soggetti con un BMI nella norma ma con dei livelli di grasso viscerale al di fuori dei range, normopeso non è sinonimo di metabolicamente sano. Molto spesso si ha l’esigenza di ricorrere alla “pillola magica” o alla “dieta last minute” credendo fortemente che il vero problema siano i chili da perdere senza pensare che a nostra disposizione abbiamo uno strumento di grande valore su cui ognuno di noi dovrebbe investire: la prevenzione. Le Linee Guida per una Sana Alimentazione consigliano che quest’ultima sia varia ed il più possibile equilibrata, è importante favorire il consumo di alimenti ricchi di fibre per promuovere il benessere intestinale, mantenere il senso di sazietà più a lungo e per un miglior controllo dei valori glicemici: orzo, farro, pane, pasta, riso integrali, legumi, frutta e verdura di stagione le quali contengono non solo vitamine e sali minerali ma anche delle molecole ad azione protettiva. Ciò che fa la differenza non è il singolo componente ma la globalità di quello che mangiamo. Si consiglia inoltre che nel piatto siano presenti anche carne, pesce, uova, latticini, formaggi e fonti di grassi buoni di cui l’Olio Extravergine di Oliva è il protagonista. Nessun alimento deve essere escluso ma è necessario capire quali sono le modalità con cui includere i cibi rispettando quantità e frequenze necessarie al rispetto dei propri fabbisogni nutrizionali. E’ essenziale avere una corretta idratazione ma anche praticare attività fisica ponendola alla base delle attività quotidiane, abbandonando l’idea che se ci si mantiene attivi si debba necessariamente mangiare di più. Piuttosto che ricercare le mode alimentari del momento ciò che farà sempre la differenza è costruire le basi per un benessere consapevole e soprattutto duraturo.